martedì 24 marzo 2020

L'OPERA D'ARTE


Sarà perché sei nato durante Artefiera, sarà perché disegnare è la cosa che ti rilassa di più, la cura al nervosismo, il rifugio dai piccoli disagi di tutti i giorni.
Fatto sta che: ‘Attacco i miei disegni e poi vengo a mangiare’ mi è sembrata una frase normale, una di quelle a cui non dò peso, perché sono le sette di sera, sono stanca, siamo stati in un centro benessere, barra estetico, barra palestra, e hai rotto un vogatore, o forse, speriamo, è solo saltata una cinghia.
‘Ecco ho finito, vieni a vedere.’
Non posso neppure arrabbiarmi perché è talmente preziosa la fantasia con cui prendi la tua collezione di mezzi di trasporto (per far posto ala quale tra un po’ dovremo uscire noi) e dissemini corridoio, ingresso, camere, delle tue opere. E pazienza se le hai letteralmente incollate con vinavil ai muri, e pazienza se dovremo ridipingerli o tenerci le macchie di colla.
È la tua arte. Tu, sei un’opera d’arte.
Raccontare te è una delle cose più difficile che mi sia mai capitata, perché non bastano le parole, né gli aneddoti, né spezzoni di scene che ti vedono protagonista. Raccontare te non sarà mai come viverti, giorno per giorno, parola dopo parola, sguardo dopo sguardo.
Bisogna svegliarsi insieme a te, provare a scendere dal letto e sentire una mano minuscola che prova a fermarti, bisogna tentare di lavarti la faccia, i denti, di metterti uno stupido paio di jeans, e una banalissima maglietta bianca per capire davvero chi sei e cosa provi tu.
Bisogna prendere i pugni, i calci, le testate, poi le scuse, le carezze, le motivazioni, che riesci a mettere in fila come un adulto.
Bisogna prendere le tue rincorse, fare i tuoi tuffi, ascoltare le tue risate maldestre, le tue parole sospese, le tue storie surreali.
Bisogna guardarti quanto ti assenti nella tua bolla, quando escludi il resto del mondo, quando cerchi il silenzio e la quiete.
E poi bisogna amarti. Per l’essere unico che sei, per la dolcezza, la spontaneità, l’energia. E bisogna amare anche le tue paure, le tue nevrosi, le tue rigidezze. Solo combatterle non si può. Più amo le tue stranezze, più mi affeziono alle tue bizzarrie, più tu le lascerai per strada, via via. E quello che vuoi tenere, quello che non riuscirai a controllare lo terremo fra noi, lo divideremo con gli amici, lo vinceremo con gli abbracci.
Sii sempre la persona speciale che ti abita dentro. Questo l’unico augurio che ti voglio fare. Buon compleanno amore mio.

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