sabato 24 dicembre 2016

BUFFOLOTOPPO

Meno sette giorni alla fine di un anno un po' meno che glorioso, e noi si passa la vigilia di Natale in una clinica veterinaria a vegliare il post operatorio della ponga.
Evidentemente l'anno bisestile ha colpito anche lì, nel piccolo cuore di un cane un po' trascurato, che per richiamare attenzione ha ingoiato quello che mi è sembrato la testina di un bambolotto, insieme ai filamenti di lana sintetica dell'imbottitura divano. Che ci vuoi fare? l'ultimo mese lo prendo come una prova di resistenza, se arrivo in fondo vinco una medaglia di cioccolato.
Arriverò alla cena della vigilia con la metà dei regali, non mi è neppure chiaro quali mi manchino, il budget natalizio (e forse qualcosina in più) l'ho serenamente devoluto alla clinica veterinaria dell'università di Bologna, non ho ancora fatto la spesa, anche se l'humana pietas della mia famiglia mi ha affidato solo hummus e pinzimonio. In realtà ho ordinato  anche mezzo chilo di insalata russa, dove credo affonderanno tutte le mie inquietudini.
Di solito sono più spiritosa, più ironica, però oggi traballo, chissà, sarà la stanchezza.
Qual è l'unità di misura della stanchezza? La pelle tirata? Le borse sotto gli occhi? il numero di fogli sulla scrivania? Le mail non lette? Le raccomandate non ritirate? Venti minuti a cercare la macchina nel parcheggio di un centro commerciale?  Il frigo vuoto? Una sigaretta alle nove del mattino? Un bicchiere di rosso alle sei del pomeriggio?
La stanchezza ha una sola cosa di bello, che ti fa sognare, ti fa pensare a un momento, indistinto del futuro, in cui potrai riposarti. Anzi ne ha due, quando è così evidente. La notano gli altri, gli amici, la famiglia,  la fatica silenziosa anche solo di portare la macchina dal gommista.
E piovono gli aiuti, amici, solidarietà, telefonate, sorprese e ti ritrovi un venerdì a pranzo a Barcellona, diciotto gradi, in spiaggia, a mangiare paella con una ragazzina bellissima dall'energia inarrestabile, lei, che parla spagnolo in modo fluente nonostante l'ultimo quattro dell'interrogazione.
Comunque, almeno sul viso,  non sarà evidente a lungo: è arrivato il mio super cofanetto di creme rigeneratrici, illuminanti, nutrienti e chissà che altro. Ci credo così tanto che ne ho preso uno gemello per entrambe le mie sorelle, perchè la stanchezza, si sa,  è abbastanza democratica, e colpisce più o meno tutti.
Basta lamenti! il 2016 finirà a breve ed io ho già mille progetti, idee, cose da scrivere cose da raccontare.
Avrò un cane che sale sul letto e un marito che brontola, una ragazza dolcissima che viaggia sulle onde del mio umore intermittente, e un bambino meraviglioso, che è un vortice di allegria, che mi strappa pezzi di cuore, che guarda una foto sul muro e dice 'mia sorella', lo ripete un paio di volte, per essere sicuro che abbia capito.
L'avevo un po' persa,  la meraviglia di chi comincia a parlare, lo stupore di certe domande secche e chiarissime, mescolate a parole incomprensibili e magiche.
Le scrivo qui solo per non dimenticarle mai, Buffolotoppo,  è quella che amo di più. Non so cosa significhi, se sia un animale, un mezzo di trasporto, o che.
Quando lo capirò sarà finito l'incanto, ma per ora me lo tengo lì, sotto al cuscino, Buffolotoppo, lo scacciapensieri.