domenica 5 marzo 2017

IL CONFORTO

Era un po' di tempo che non facevo un viaggio in macchina con la mia ragazza e il solito assetto strategico: macchina murata, bambino reduce da gastroenterite violenta e cane in preda a sindrome da abbandono.
Il tempo passa, quindi la principessa ha acquisito di diritto il sedile anteriore accanto al guidatore, il seggiolino di Giorgio è stato posizionato nel sedile posteriore centrale come suggerito da mio padre e da un esperto di Unomattina, la ponga si nasconde sotto il mio sedile.Pronti, partiamo!
Prendiamoci questi tre giorni di neve,  sfidiamo la sala colazioni dell'hotel Panda, testiamo il passato di verdura della pizzeria Vienna e vediamo se tre giorni di montagna hanno una qualche parentela con la parola vacanza o se saranno settantadue ore di fatica e lavoro non retribuito.
Le previsioni meteo non aiutano, l'ostinazione del cucciolo di tre anni a non mangiare altro se non grattini in brodo di verdura, neppure.
Ma io guardo oltre, guardo alla necessità di cambiare un po' aria,  se non altro per uscire dallo schema del fine settimana classico: spesa all'ipermercato, giretto ai giardini, scivoli e giostre, riposino, quando va bene, altro giretto, magari in centro, con rapide puntate da Kiko e Sub Due, perché non Brandy? è qui dietro.
Ma non volevo parlare di questo, volevo condividere i centottanta minuti di chiacchiera pura con una tredicenne che di solito risponde a monosillabi, e che mi ha fatto un regalo dei più belli, senza consapevolezza alcuna.
Ha parlato di tante cose, serie e meno serie, dalla scuola alla ginnastica, dai vestiti ai trucchi, dalla musica che ascolta agli youtuber che segue; ha parlato, ha chiesto, ha ascoltato.
Mentre guido le guardo il profilo,  che sta diventando quello di una ragazza, i lineamenti più marcati, gli occhi più profondi, velati a tratti da un pensiero più scuro.
Poteva essere un'amica, che ti racconta del desiderio di fare un giro a Milano, che pensa al futuro prossimo e a quello lontano, che sogna di viaggiare, che pensa cosa potrà mai fare di lavoro, certo che lavorare in radio deve essere proprio bello.
E' polemica quanto basta, anche se si sforza di essere meno impulsiva e di ascoltare ogni tanto anche le idee degli altri. A volte funziona a volte no, quindi continuerò ad arrabbiarmi sulla chiusura mentale che ancora dimostra verso la musica vecchia, i film in bianco e nero, ed in generale verso tutto quello che non è del suo tempo.
Continuerò a mantenere la posizione anche sul fatto che Starbucks non potrà mai competere con il più basico dei nostri bar, ma non c'è nulla da fare , il wifi e la tazza con il nome per lei sono più importanti del sapore del caffè, che peraltro non beve.
Comunque vada questo fine settimana, oramai non ha più importanza, nella scala dei ricordi ci saranno i crackers sbriciolati nel mio letto, il ticchettio delle zampe del cane su questo simil parquet, e un vicino di camera che si è svegliato verso le sei e ha cominciato a chiacchierare amabilmente con qualcuno, ma magari era suo figlio tredicenne.
Però c'è anche una galleria, una canzone alla radio che parte, noi che ci cantiamo sopra, e continuiamo anche quando il segnale è sparito, ci guardiamo un secondo, è un gioco che facevano tempo fa, continuiamo a cantare, intanto accelero, se finisce la canzone siamo rovinate.
... Sarà che piove da luglio, il mondo che esplode in pianto .............. per pesare il cuore con entrambe le mani ci vuole coraggio e occhi bendati su un cielo girato di spalle la pazienza casa nostra il contatto il tuo conforto. 
per tre secondi mamma, però ci eravamo quasi