domenica 6 novembre 2016

FIGLI MASCHI FIGLIE FEMMINE

Dicono che l'amore delle madri per i figli maschi sia un sentimento cieco e totalizzante, al limite del morboso. Non so se è vero, per quel che mi riguarda ero morbosa anche con Giulia, quindi non credo sia una questione di sesso, ma di carattere, situazioni, stati d'animo.
Giulia è già quasi una persona, ha ancora tanto da maturare, ma il suo carattere c'è, definito e chiaro.   Vedo gli spigoli che dovrà smussare, l'impulsività che dovrà dominare, vedo la punta di dolore che porterà certa schiettezza.
E' straordinariamente simile a suo padre, il che me la fa amare ancora di più, perchè rivedo in lei i tratti della perona che ho scelto. All'amore che avevo per lei bambina, si è aggiunto quello più consapevole per lei ragazza bellissima e dolce, buona e simpatica, brillante e arguta.
E' forse una delle emozioni più grandi di una madre, vedere non crescere, ma maturare i propri figli, vederli prendere delle decisioni, afferrare coscienza di sè, cadere in errore ed imparare qualcosa,  qualcosa che si portano dietro, magari per sempre. Lo trovo magico.
Per cui non credo tanto all'amore unico ed incontrastato verso il figlio maschio, fino a qualche anno fa poi, non avrei avuto neppure un dubbio.
Ora però c' è lui, che una persona ancora non lo è del tutto, o se lo è, è un carboncino diesegnato su una tela, e ne vedo solo i tratti, qualche ombra, qualche luce.
Non so se assomigli a qualcuno di noi, so solo che quando ha bisogno di qualcosa se la prende, a costo di fare un castello di sedie, se ha fame prende un biscotto, se ha sete prende un bicchiere e ci versa l'acqua. Si arrangia, in poche parole. Ama stare anche solo, con le sue macchine, il suo treno, un libro con le finestrelle.
Pare che non vada bene, quindi mi adopererò per guarirlo da questa troppa autonomia, e da questa indole solitaria, ma non sono convinta,  quest'arte di fare da soli la conosco bene, è un'amica mia.
Forse è la moda di oggi, condividere, sempre e comunque. Avranno ragione loro: socializzare, giocare con gli altri, chiedere aiuto, tutte cose importanti.
Eppure.
Eppure un po' mi ribello, perchè sento un sintonia unica con questa piccola persona che ogni tanto si basta, che non vuole disturbare, che parla tra sè e sè.
E se lo copro di baci, non è perchè è un maschio, ma perchè arriccia la bocca in un modo unico, perchè soffia, perchè dice uffa, santa pazienza, medda e chi palli.
Perchè prende i libri da solo, anche i miei, li sfoglia, li annusa, a volte li usa come rampa per le macchine.
E' vero, parla poco, se vuole essere cambiato si sdraia sul divano gambe all'aria, se ha sonno sale su una sedia e spegne la luce, e se vuole farmi felice mi lancia i baci con la mano, o mi accarezza la testa.
Ma non abbiamo fretta, parlerà quando ne avrà voglia, per ora ci accontentiamo di un ragazzino che dorme fino a tardi la domenica,  si alza, c'è già luce, invece di venire a letto da me, corre in cucina sale sullo sgabello,  riempie la moka, perfettamente, e quando arrivo, trafelata dal letto, con l'ansia che abbia preso un coltello, o che  abbia aperto una finestra:
-Giorgio, cosa fai?-
lui si gira, con naturalezza: 
-Mamma, caffè-

 


Nessun commento:

Posta un commento